mercoledì 7 luglio 2010
Mattina di Primavera
giovedì 3 giugno 2010
La tartaruga e l'elefante
giovedì 27 maggio 2010
Neve a primavera
venerdì 9 aprile 2010
Fili d'erba
Essere come il filo d'erba, semplici, appagati della propria piccola e umile esistenza credo che sia una delle più grandi comprensioni che nella vita un uomo possa avere. Infatti i fili d'erba si piegano ai venti, ma si rialzano sempre; sono calpestati da tutti senza che gli si dica grazie per aver reso verde una bruna e spoglia collina; anche in questo caso i fili d'erba si rialzano, tendendo di nuovo, quasi sembrassero più felici di prima, il capo e le braccia al cielo, forse per raggiungerlo e fondersi con esso in un grande e tenero abbraccio. Forse è questo il sogno segreto dell'erba, crescere alta per toccare il cielo; forse è anche il nostro più segreto sogno; spinti nella vita a ricercare una maturità interiore sempre più grande. E' così che voglio essere: un semplice filo d'erba; battuto dai venti a volte, certo, ma che importa, passata la paura mi rialzerò più felice e sereno di prima, sarò cresciuto, più maturo per vivere, ed aperto a nuove comprensioni. Ed è bello ancora dell'erba che non si lagna di dove sia nata se tra le roccie di un dirupo o tra le margherite di una pianura assolata; lei, nata dai semi che il vento ha trasportato chissà da dove e chissà perchè deposti proprio lì, s'impegna a vivere per essere sempre più alta e sempre più verde, e non chiede altro; noi invece vogliamo e desideriamo e chiediamo tantissime cose alla nostra vita e ci dimentichiamo la cosa più semplice, cioè vivere in una maniera semplice.
giovedì 8 aprile 2010
Aspettando Primavera
lunedì 1 marzo 2010
Eterni viandanti
Eterni viandanti sono i giorni e i mesi, e gli anni, che vanno e vengono. Chi trascorre una vita fluttuante su una barca e chi accoglie la vecchiaia con in mano una briglia di un cavallo, viaggia giorno dopo giorno e fa del viaggiare la propria dimora. Anche numerosi uomini dei tempi antichi morirono in viaggio. Io pure, non so dire da quando, albergo nel cuore l'inestinguibile desiderio di vagare attratto dal vento che sospinge le nuvole sparse. Dopo aver vagabondato lungo la costa tornai nello scorso autunno a togliere le vecchie tele di ragno dalla mia misera capanna in riva al fiume, ma quando quell'anno si concluse, il cielo velato dell'incipiente primavera suscitò nel mio animo il desiderio di superare la frontiera del Fiume Bianco e, quasi fossi invaso dal Dio dell'inquietudine e le Divinità ancestrali delle strade imperiosamente mi chiamassero, non ebbi più tregua. E quando rammendavo i miei panni, o sostituivo i lacci del copricapo, o applicavo la moxa sotto le ginocchia, mi tornava alla mente l'immagine della luna sulle Isole dei Pini e così decisi di cedere ad altri la capanna in cui dimoravo e di trasferirmi da Vento tra i Cedri. Lasciai dunque appeso a un palo del mio romitaggio un foglio con otto haikai di cui il primo era questo:
Se la generazione degli abitanti muta,
persino di sterpi una capanna
può divenire una casa di bambole.
da il romitaggio della dimora illusoria, Basho
lunedì 22 febbraio 2010
Passi... tra i miei libri preferiti
Ho pensato sovente che razza di figli sarebbero potuti uscire da noi due - da quei suoi fianchi lisci e duri, da quel ventre bianco nutrito di latte e di sugo d'arancia, e da me, dal mio sangue spesso. Venivamo tutti e due chissà da dove, e l'unico modo per sapere chi fossimo, che cosa avessimo veramente nel sangue era questo. Sarebbe bella, pensavo, se mio figlio somigliasse a mio padre, a mio nonno, e così mi vedessi davanti finalmente chi sono. Rosanne me l'avrebbe anche fatto un figlio - se accettavo di andare sulla costa. Ma io tenni, non volli - con questa mamma e con me sarebbe stato un altro bastardo - un ragazzotto americano. >> Da la luna e falò di C. Pavese