mercoledì 7 luglio 2010

Mattina di Primavera

Mattina di primavera, il sole sorge lentamente al di là delle verdi colline. I prati sono rossi e gialli, si schiudono i papaveri e le margherite. La rugiada svapora lietamente dai fili d'erba, qua e là qualche ape solitaria vola in cerca di polline. La terra si scalda dolcemente ed il cielo brilla terso e sereno, le ultime stelle scompaiono dietro la volta celeste ed una leggera brezza spazza le colline facendo ondeggiare il grano. Intanto una nera formica è intenta a trasportare il chicco d'uva bianco caduto dalla vite.

giovedì 3 giugno 2010

La tartaruga e l'elefante

Una giovane tartaruga un giorno si perse in un bosco; non riusciva più a trovare la strada di casa, allora cominciò a chiedere aiuto agli animali che abitavano lì. Incontrò delle scimmie che raccoglievano noci e chiese : "sapete dov'è la mia casa?" e loro risposero : "la nostra casa è sugli alberi, la tua non lo sappiamo, però puoi chiedere all'elefante bianco, l'animale più saggio fra noi; lui sicuramente potrà aiutarti." "Dove abita?" chiese la tartaruga. Le scimmie dissero "non lo sappiamo, però a volte l'elefante si fa vedere vicino a quel vecchio albero laggiù; non ti puoi sbagliare perchè ha il tronco cavo, vuoto a causa della veneranda età che ha". Così la tartaruga si incamminò e lentamente si diresse verso l'albero; avrebbe voluto andare più veloce, ma portava il peso del suo guscio con sè, il peso di sè stessa, e non ci riuscì. Dopo molti giorni di cammino arrivò all'albero e si fermò ad aspettare l'elefante. Aspettò giorni e giorni, passarono le settimane ed i mesi, ma dell'elefante neanche l'ombra. Passò un anno. La tartaruga era invecchiata ma la sua fiducia era cristrallina, integra. Poi un giorno all'alba vide un grande animale bianco avvicinarsi molto lentamente, la sua pelle era rugosa e dura; era l'elefante. Appena lo vide gli si avvicinò e chiese: "scusa elefante sai dov'è la mia casa?" L'elefante sorrise, la guardò sornione come fosse un gatto e disse: "tra tutti gli animali nessuno tra noi ha una dimora fissa, solo tu te la porti sempre dietro". La tartaruga a quel punto si girò, ma non vide un bel niente, e rimase un pò confusa. Visto ciò l'elefante ancora più divertito di prima, gridò: "ci sei dentro". A quelle parole la tartaruga sentì tutta la sua pesantezza e comprese che il guscio che aveva sopra di se e che tanto la faceva soffrire era la sua casa, e tutto ad un tratto divenne leggera, ma non per qualche legge fisica, era solo perchè la nostra tartaruga ora sapeva qual'era la sua casa, ora sapeva chi era, e aveva scoperto che la sua casa la portava sempre con sè.

giovedì 27 maggio 2010

Neve a primavera

Dopo tanta pioggia ecco una giornata di sole e mentre camminavo ho potuto ammirare la bellezza della natura e mi sono accorto della primavera. Stavo passeggiando vicino ad un piccolo fosso, il cielo era azzurro, senza nuvole e l'aria era calda; soffiava un vento leggero, me lo sentivo sul viso come se mi accarezzasse. Ad un tratto dello stretto sentiero mi trovai a fianco, oltre al fosso, un piccolo campo brullo con in mezzo un albero; davanti avevo la strada. La bellezza della primavera arrivò tutto a un tratto come una sorpresa con una naturalezza, semplicità e grazia simili al brillare delle stelle nel cielo o simile al cadere silenzioso delle foglie dai rami, e mi trasportò in una tacita e profonda meraviglia; fu un attimo poi ritornai in me, ma quell'immagine è impressionata chiara e limpida nel fondo dei miei occhi. Ho visto venirmi incontro e cadermi addosso - era tutta intorno a me trsportata dal vento - la delicata neve primaverile scesa dai pioppi, sembrava una calda e muta bufera... non sapevo che nevicasse pure a primavera.

venerdì 9 aprile 2010

Fili d'erba

Essere come il filo d'erba, semplici, appagati della propria piccola e umile esistenza credo che sia una delle più grandi comprensioni che nella vita un uomo possa avere. Infatti i fili d'erba si piegano ai venti, ma si rialzano sempre; sono calpestati da tutti senza che gli si dica grazie per aver reso verde una bruna e spoglia collina; anche in questo caso i fili d'erba si rialzano, tendendo di nuovo, quasi sembrassero più felici di prima, il capo e le braccia al cielo, forse per raggiungerlo e fondersi con esso in un grande e tenero abbraccio. Forse è questo il sogno segreto dell'erba, crescere alta per toccare il cielo; forse è anche il nostro più segreto sogno; spinti nella vita a ricercare una maturità interiore sempre più grande. E' così che voglio essere: un semplice filo d'erba; battuto dai venti a volte, certo, ma che importa, passata la paura mi rialzerò più felice e sereno di prima, sarò cresciuto, più maturo per vivere, ed aperto a nuove comprensioni. Ed è bello ancora dell'erba che non si lagna di dove sia nata se tra le roccie di un dirupo o tra le margherite di una pianura assolata; lei, nata dai semi che il vento ha trasportato chissà da dove e chissà perchè deposti proprio lì, s'impegna a vivere per essere sempre più alta e sempre più verde, e non chiede altro; noi invece vogliamo e desideriamo e chiediamo tantissime cose alla nostra vita e ci dimentichiamo la cosa più semplice, cioè vivere in una maniera semplice.

giovedì 8 aprile 2010

Aspettando Primavera

Oggi è una bellissima giornata di primavera, splende il sole sia fuori che dentro di me, e vedo con occhi azzurri la natura colorarsi dei sette colori dell'arcobaleno, e la visione suscita una sottile gioia nel mio cuore come un tenue scroscio di rugiada la mattina prima dell'alba. Parto in volo eppure non mi muovo, tutto si muove eppure assaporo attimi di eternità in cui tutto scompare e ci sono solo io. In questo cielo azzurro sconfinato mi perdo, ma Gioia continua a cadere come petali di ciliegi sul mio cuore. Sono pieno di azzurro: l'oceano; di verde e marrone: le grandi foreste secolari;  e dolce sul mio capo soffia una brezza viola, e scende in me una visione: una grande luce brillante; segue una grandissima pace e scopro che l'universo vive di una sua armonia dai suoni dolci e delicati ed io ne faccio parte.

lunedì 1 marzo 2010

Eterni viandanti

Eterni viandanti sono i giorni e i mesi, e gli anni, che vanno e vengono. Chi trascorre una vita fluttuante su una barca e chi accoglie la vecchiaia con in mano una briglia di un cavallo, viaggia giorno dopo giorno e fa del viaggiare la propria dimora. Anche numerosi uomini dei tempi antichi morirono in viaggio. Io pure, non so dire da quando, albergo nel cuore l'inestinguibile desiderio di vagare attratto dal vento che sospinge le nuvole sparse. Dopo aver vagabondato lungo la costa tornai nello scorso autunno a togliere le vecchie tele di ragno dalla mia misera capanna in riva al fiume, ma quando quell'anno si concluse, il cielo velato dell'incipiente primavera suscitò nel mio animo il desiderio di superare la frontiera del Fiume Bianco e, quasi fossi invaso dal Dio dell'inquietudine e le Divinità ancestrali delle strade imperiosamente mi chiamassero, non ebbi più tregua. E quando rammendavo i miei panni, o sostituivo i lacci del copricapo, o applicavo la moxa sotto le ginocchia, mi tornava alla mente l'immagine della luna sulle Isole dei Pini e così decisi di cedere ad altri la capanna in cui dimoravo e di trasferirmi da Vento tra i Cedri. Lasciai dunque appeso a un palo del mio romitaggio un foglio con otto haikai  di cui il primo era questo:

Se la generazione degli abitanti muta,

persino di sterpi una capanna

può divenire una casa di bambole.

                                   

                                   da il romitaggio della dimora illusoria, Basho

lunedì 22 febbraio 2010

Passi... tra i miei libri preferiti

<< Era bionda, alta, stava sempre a lisciarsi le rughe e piegarsi i capelli. Chi non l'avesse conosciuta avrebbe detto vedendola uscire con quel passo dal cancello della scuola, ch'era una brava studentessa. Che cosa insegnasse non so; i suoi ragazzi la salutavano gettando in aria il berretto e fischiando. I primi tempi, parlandole, io nascondevo le mani e coprivo la voce. Mi chiese subito perché non mi facevo americano. Perché non lo sono, brontolai - because I'm a wop - e lei rideva e mi disse ch'erano i dollari e il cervello che facevano l'americano. Which of them do you lack?  Qual è dei due che ti manca?
Ho pensato sovente che razza di figli sarebbero potuti uscire da noi due - da quei suoi fianchi lisci e duri, da quel ventre bianco nutrito di latte e di sugo d'arancia, e da me, dal mio sangue spesso. Venivamo tutti e due chissà da dove, e l'unico modo per sapere chi fossimo, che cosa avessimo veramente nel sangue era questo. Sarebbe bella, pensavo, se mio figlio somigliasse a mio padre, a mio nonno, e così mi vedessi davanti finalmente chi sono. Rosanne me l'avrebbe anche fatto un figlio - se accettavo di andare sulla costa. Ma io tenni, non volli - con questa mamma e con me sarebbe stato un altro bastardo - un ragazzotto americano. >> Da la luna e falò di C. Pavese

lunedì 8 febbraio 2010

Inverno

Freddo invernale,
nascosto nella neve
un filo d'erba.

lunedì 1 febbraio 2010

Cane e gatto

Oggi il mio cane ha rubato il gomitolo rosso al mio gattino, ma il micetto è stato più intelligente ha aspettato che snoopy tornasse nella cuccia col gomitolo, si addormentasse poi delicatamente con un passo accorto e sornione si è ripreso ciò che gli apparteneva ed ha ricominciato a giocare felice.

sabato 23 gennaio 2010

Montagna

Ecco una delle foto che ho scattato in montagna, spero piaccia... La nebbia è un elemento sempre molto evocativo; la foto per essere precisi l'ho scattata in Umbria rappresenta Castelluccio.

giovedì 21 gennaio 2010

La mia piccola Serena...TA

Serena è la mia tenera piantina, una piccola piantina grassa; io la curo con tenerezza, con calma, con pazienza. E' bello vederla crescere, così piccola eppure con una grande voglia di vivere. Le sue foglie sono verdi, ma io aspetto i fiori ed intanto la vedo azzurra, felice, tranquilla. Tutti i giorni appena sveglio vado da lei, le dico due parole; le dico quanto è bella; che cresca sana e forte. Ogni volta che passo davanti al davanzale le rivolgo lo sguardo, è la mia piccola benedizione, la mia tenera devozione per un essere vivente, per la vita stessa che essa rappresenta. Chissà se questo è amore, io non lo sò, però sò che è un moto del cuore, un dischiudersi; uno tenue e leggero scroscio d'acqua; una fonte che abbevera con gentilezza e cordialità me più che lei, e di ciò sono contento, felice, sperando che un giorno questo rubinetto rimanga aperto per me e per tutti. Grazie Serena, con amore e gratitudine.

mercoledì 20 gennaio 2010

campi di grano

Soffia un frizzante venticello tra i dorati campi di grano. La rana salta felice nello stagno calmo e azzurro.

Graziosa libellula

Una graziosa libellula rosa si è posata su di una ninfea bianca e delicatamente è volata via.

mercoledì 13 gennaio 2010

Haiku del nuovo anno

risa dei bimbi,

bevo tranquillo

il verde del tè.

lunedì 11 gennaio 2010

Sogno

Un ragazzo una notte fece un sogno, si svegliò di notte di soprassalto e decise di trascriverlo nel suo diario "era una un'alba chiarrisima tenue e delicata ed io ero in riva al mare, sulla spiaggia c'erano tanti gabbiani ma la cosa buffa, stupefacente era il loro colore: ognuno diverso; era come vedere un arcobaleno camminare sulla terra sotto forma di essere viventi. Inoltre questi uccelli si posizionavano a terra insieme disegnando figure simboliche, astratte, mai viste. La meraviglia arrivò quando questi esseri cominciarono a disegnare il profilo di una figura umana: ero io; mentre mi disegnavano una strana gioia mi pervase; io e loro eravamo misteriosamente collegati. Il loro muoversi influenzava il mio stato d'animo, e di figura in figura gioivo sempre più profondamente fino quasi a dissolvermi... a quel punto mi svegliai con una pace nel cuore mai sentita, allora decisi di scriverlo nel mio diario; come sto facendo..."